Fiori di Bach

Non solo fiori, di Bach

“Ciò che chiamiamo malattia è lo stadio terminale di un disordine molto più profondo, e per assicurare un successo completo alla cura è evidente che non si può trattare la conseguenza senza risalire alla causa fondamentale per eliminarla. […]

Fiori di Bach

La malattia, apparentemente così crudele, è in se stessa benefica e per noi proficua perché se la interpretiamo correttamente ci mostrerà i nostri difetti essenziali. Curata in modo adatto permetterà l’eliminazione di questi difetti e ci lascerà migliori e più maturi di prima. La sofferenza è un correttivo che mette in luce la lezione che non avremmo potuto apprendere con altri mezzi e non può essere eliminata se prima tale lezione non sarà compresa. […] La sofferenza è in se stessa benefica in quanto ci avverte quando imbocchiamo un cammino sbagliato e affretta la nostra evoluzione verso la sua gloriosa perfezione. […]

Quando si scopre il difetto non bisogna mai scordarsi che il rimedio non consiste nel muovergli la guerra, nell’usare volontà ed energie per annientare un male, ma nello sviluppare regolarmente, senza esitazione, la virtù opposta: ciò cancellerà automaticamente dalla nostra natura ogni traccia del difetto. Lottare contro un difetto ne accresce il potere, focalizza l’attenzione sulla sua presenza. Dimenticare il difetto e sforzarsi coscientemente di sviluppare la virtù che lo annullerà, questa è la vittoria. […]

Poiché è l’egoismo la causa principale di ogni malattia, vi è un metodo sicuro per ottenere il sollievo da ogni sofferenza ed è quello di trasformare l’amore di sé in devozione per gli altri.”

Dr. Edward Bach, Guarisci te stesso (1931)

Un ringraziamento speciale alla dott.ssa Laura Bertoni, (dott.ssa in farmacia e in tecniche erboristiche, naturopata) per la sua disponibilità ad entrare in contatto con le radici profonde della sofferenza e miscelare composti con sensibilità e sapienza alchemica.


Vladimir Kush

Vladimir Kush – “Walnut of Eden”

Volevo essere una farfalla

Volevo essere una farfalla

Volevo essere una farfalla

di Michela Marzano, edito da Mondadori, uscito nel 2011

“Volevo essere una farfalla”

«L’anoressia non è come un raffreddore. Non passa così, da sola. Ma non è nemmeno una battaglia che si vince. L’anoressia è un sintomo. Che porta allo scoperto quello che fa male dentro. La paura, il vuoto, l’abbandono, la violenza, la collera. È un modo per proteggersi da tutto ciò che sfugge al controllo. Anche se a forza di proteggersi si rischia di morire. Io non sono morta. Oggi ho quarant’anni e tutto va bene. Perché sto bene. Cioè… sto male, ma male come chiunque altro. Ed è anche attraverso la mia anoressia che ho imparato a vivere. Anche se le ferite non si rimarginano mai completamente.

In questo libro racconto la mia storia. Pensavo che non ne avrei mai parlato, ma col passare degli anni parlarne è diventata una necessità. Per mostrare chi sono e che cosa penso. Perché, forse, senza quella sofferenza non sarei diventata la persona che sono oggi. Probabilmente non avrei capito che la filosofia è soprattutto un modo per raccontare la finitezza e la gioia. Gli ossimori e le contraddizioni. Il coraggio immenso che ci vuole per smetterla di soffrire e la fragilità dell’amore che dà senso alla vita.»

{youtube}vOCqJiih4tI{/youtube}

{youtube}_1gthVJevbo&feature=related{/youtube}