rosa del cambiamento

Ritrovare se stessi

“Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi,
ma ciò che abbiamo lasciato mutare,
perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo”. (Alessandro Baricco, da “I Barbari”)

Volevo dire.. che se me lo avesse raccontato qualcuno, gli avrei riso in faccia, continuando a ripetere che non ce l’avrei fatta, non avrei mai trovato la forza; Invece sono qui, dopo aver affrontato la paura, la rinuncia, il sapore della sconfitta…l’insicurezza davanti agli altri, come se commettessi un crimine, la voglia di scappare dai posti di sempre, quelli del passatempo, quelli dello studio. rosa del cambiamento

Era lì che mi giravo, mi guardavo intorno…ed è stata tutte le volte la sensazione di sentirmi inghiottire da qualcosa che mi faceva rimpicciolire, quasi sparire. Io non potevo ribellarmi perché mi credevo impotente verso persone e cose attorno a me.. è qui che mi sbagliavo, così annientavo me stessa. Facevo perdere tutto il mio valore, non sapevo più chi ero veramente e che cosa volevo; Mi ero estranea, peggior nemica e rinunciavo ogni giorno alla mia vera essenza perché avevo paura di vivermi. Non c’è cosa peggiore. Ho poi, purtroppo vissuto una perdita vera, non quella di me stessa. La perdita di una persona cara e a questo, non sarei riuscita ad avvicinarmi neanche con il pensiero.. invece.. quante cose si fanno non pensate prima.

 Il nostro corpo fortunatamente ha delle risorse inaspettate e noi non dobbiamo avere paura. Bisogna aiutarsi a non corrodersi con il pensiero, è quello che ci rovina. Noi abbiamo dentro il potere della sopravvivenza, il nostro corpo è in grado di sopportare anche le situazioni più dolorose, con fatica certamente, ma piano piano arriva a stabilizzarsi anche nella realtà dura che ci cambia. Ci cambia perché ci rende ricchi di un qualcosa che nella nostra semplice e banale quotidianità non riusciremo mai ad ammirare…neppure da lontano;

leggerezzaE’ troppo per la nostra continua ricerca di perfezione nel niente di tutti i giorni, che per noi è tutto. Viviamo in delle piccole scatole vicine che però, chissà perché, non ci fanno mai sbirciare per capire che cosa c’è dall’altra parte, al di fuori della nostra realtà. Siamo troppo concentrati su quello che dobbiamo avere assolutamente, troppo concentrati sulle nostre emozioni, perché le stiamo provando e che conseguenze avranno.
Molte volte si crede che la fine del mondo avvenga solo per la nostra giornata storta. Il mondo però non finisce, noi ne siamo solo una millesima parte; Non finisce neanche quando capisci che non rivedrai più la persona che ti ha cresciuto facendoti da padre, perché purtroppo quello vero lo hai perso quando eri piccola, sempre portato via dalla vita. Il mondo non finisce, perché realizzi che non siamo per sempre in questa realtà, che è tutto fuorché profonda, infinita, pura, giusta, piena di felicità e ricchezza. Se i valori non ce li abbiamo noi dentro, niente e nessuno ce li regalerà.. e io, che in un attimo ho visto realizzarsi uno dei miei incubi più grandi, ho capito che non mi avrebbe potuto aiutare sentirmi più sfortunata degli altri, pensare al perché è potuto succedere una seconda volta, anche se io l’ho vissuta come se fosse stata la prima. Portare nella mia mente una visione negativa su quello che sarebbe potuto succedere non mi avrebbe aiutato, come anche il fatto di maledire qualcosa che c’è al di fuori di noi, che non sappiamo, pensando di non avere abbastanza protezione. Non mi avrebbe aiutato ripensare a quanto possa essere stato superfluo, patetico, inadatto, immaturo il periodo di difficoltà che ho trovato solo in me stessa, perché di reale non aveva nulla. Aprire il mio cuore grande, però si; accorgermi che mia mamma avrebbe avuto più bisogno di affetto, sostegno, supporto, compagnia, quello si, mi avrebbe aiutato.
Cancellare come il tasto del cestino presente nel computer tutto quello che di me non mi è piaciuto e che mi avrebbe  potuto dare solo fastidio per andare avanti. Non sprecare più la mia vita per niente, per cose che non esistono, senza però avere rimpianti perché anche quelli fanno davvero male; Imparare ad accettare e portare tutto in un bagaglio, quello della mia maturazione personale. Il mio intento è dare valore a questa nuova ricchezza, coltivarla in positivo, così anche da riuscire a trasmetterla nel mio lavoro, perché io voglio aiutare altre persone con storie difficili.. probabilmente ho assaggiato      solo un piccolo chicco amaro delle storie che arriverò a conoscere, alle quali vorrò dare una nuova luce, un nuovo cammino. Il nuovo cammino se lo meritano tutti; La luce della forza dell’amore, tutti possono trovarla dentro di sé. Basta solo impegnarsi un po’ per cercarla e poi coltivarla come un vaso di rose. Così vorrei dire che finché si lotta per la propria vita, non dimenticandosi mai quali sono i valori fondamentali della nostra esistenza, nulla può finire.

Martina F.

cambiamento

Metabolé

Consapevole dell’impermanenza, diventi positivo, amorevole e saggio.
Thich Nhat Hanh

Metàbole: dal greco metabolé ‘mutamento, cambiamento’, derivato di metabállein ‘gettare oltre, cambiare’.

Le nostre vite sono in continuo mutamento e opporsi ad esso è un tentativo vano, che spesso porta a sofferenza, insoddisfazione, senso di vuoto.
Come esseri umani abbiamo infatti una spiccata capacità di adattamento che ci permette di sopravvivere anche psicologicamente in ogni circostanza. Col tempo creiamo un equilibrio, ci affezioniamo e ci identifichiamo con esso. Inevitabilmente poi le cose cambiano (luoghi, persone e anche noi stessi) e siamo costretti a mettere in dubbio l’equilibrio che avevamo creato. cambiamento Allora iniziamo a sentire varie tensioni e spinte ad abbandonare quella posizione.. ma spesso ci ostiniamo ad aggrapparci alla certezza di quello che eravamo..
Ecco, questa difficoltà ad accettare il cambiamento è spesso responsabile della incapacità a gestire molte situazioni problematiche come il lutto, le separazioni, le crisi maturative, il distacco dai figli, i cambiamenti nella vita di coppia, ecc.
Abbiamo paura dei cambiamenti perchè ci espongono all’ignoto, al timore di non essere in grado di farcela, alla difficoltà a rinunciare alle cose cui siamo legati, ecc.

Talvolta di fronte ai cambiamenti drammatici o semplicemente evolutivi della nostra vita rimaniamo bloccati in uno stato di sofferenza perchè abbiamo la convinzione che le cose, le relazioni, debbano essere durevoli e immutabili.

E’ un pò quello che i buddisti chiamano impermanenza.
Se un fiore sfiorisce e muore non soffriamo granchè, perchè sappiamo che i fiori nascono e muoiono. Sappiamo anche che rinascerà, con le giuste cure; allora non soffriamo perchè sappiamo che questo fa parte della sua vita.
Se invece la nostra amata ci lascia, la nostra sofferenza può essere insopportabile. Succede questo anche perchè siamo convinti che quella relazione avrebbe dovuto durare per sempre. Soffriamo anche quando ci accorgiamo che una relazione affettiva è cambiata; ci sentiamo traditi perchè eravamo convinti che almeno queste cose non dovessero cambiare mai. Ci chiudiamo in noi stessi e rimaniamo bloccati dalla rabbia.

Se non comprendiamo e accettiamo questi cambiamenti non possiamo interrogarci sulla loro natura, attivarci personalmente per stabilire un nuovo equilibrio, e infine salvare quello a cui teniamo.

E allora mettiamoci in gioco, facciamo metabolé, accettiamo il naturale e necessario processo di trasformazione delle cose e di noi stessi… è meglio padroneggiarlo piuttosto che esserne travolti e diventarne vittime.
Scopriremo in poco tempo che il cambiamento arricchisce le nostre vite.

Dott. Stefano Zucchi

Psicologo – Psicoterapeuta


Psicoterapia

Psicoterapia

“L’unica rivoluzione possibile è quella interiore”
Tiziano Terzani

Psicoterapia

 

La psicoterapia è un percorso guidato, protetto, per affrontare le proprie paure, liberarsi dai condizionamenti, riflettere sui propri atteggiamenti e sui propri vissuti. Per capire qualcosa di più su come siamo fatti e raggiungere un cambiamento interiore.

Cambiare, ma anche accettarsi.

E’ l’occasione preziosa per capire come alcuni eventi importanti del nostro passato continuano a condizionare i vissuti e gli atteggiamenti del presente. Uno strumento che accompagna coloro che vogliono superare un momento difficile, risolvere un conflitto familiare o di coppia, cambiare il modo di relazionarsi agli altri, affrontare alcuni aspetti problematici del proprio carattere. La psicoterapia è uno spazio per fermarsi, finalmente, e pensare a noi stessi, a quello che stiamo vivendo, a quello che vogliamo, a quello che ci manca e quello che abbiamo già, a quello che ci serve davvero per essere felici.

Lo psicologo è un punto di riferimento fermo in un momento difficile di tempesta interiore, che ascolta con empatia e aiuta a muovere i passi nella difficile e necessaria strada del cambiamento.

Esistono molti pregiudizi sulla psicoterapia, perlopiù infondati: “la psicoterapia richiede un impegno che durerà necessariamente anni e un notevole investimento economico”; “la psicoterapia è come chiacchierare con un buon amico che sa ascoltare e dare giusti consigli”; “devi essere matto per andare dallo psicologo”…

In realtà la psicoterapia si rivolge non solo a coloro che hanno un disagio mentale ma anche a chi semplicemente vive una situazione difficile e desidera riprendere il controllo della propria vita. Inoltre esistono diversi orientamenti terapeutici brevi che riescono a risolvere il problema in poco tempo. 

L’efficacia della psicoterapia è ampiamente dimostrata da numerosi studi scientifici e non esclude l’eventuale terapia farmacologica: spesso infatti il farmaco aiuta a superare la fase critica e permette di affrontare in psicoterapia i nuclei centrali e le cause profonde del disagio psicologico, cosa che il farmaco da solo non permette di fare.

Dott. Stefano Zucchi
Psicologo Psicoterapeuta

Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i”, piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.


Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non legge,
chi non viaggia, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che non conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità…

Pablo Neruda


ideogramma crisi

Crisi e opportunità

“Nel mezzo della difficoltà si cela l’opportunità”
Albert Einstein

Esiste una condizione umana che tutti abbiamo provato almeno una volta: la crisi.ideogramma crisi

Si tratta di momenti difficili in cui ci sentiamo soli, spesso impauriti o addirittura disperati, bloccati in una situazione mai vissuta prima e senza una soluzione indolore e immediata. La rottura di un rapporto affettivo o lavorativo, la morte di una persona cara, ma anche situazioni apparentemente meno traumatiche come la fine dell’università, la nascita di un figlio o il pensionamento.

Non sappiamo cosa fare, abbiamo perso l’orientamento, e le cose della nostra vita ci sembrano improvvisamente diverse e ostili.

Nel mezzo del cammin di nostra vita
Mi ritrovai per una selva oscura
Ché la dritta via era smarrita”

Dante Alighieri, Inferno, Canto I


“Non era ancor di là Nesso arrivato,
quando ci mettemmo per un bosco
che da nessun sentiero era segnato.
Non fronda verde, ma di color fosco
Non rami schietti, ma nodosi e involti,
non pomi v’eran, ma stecchi con tosco.”

Dante Alighieri, Inferno, Canto XIII, 1-6


La crisi è un momento di rottura con gli equilibri precedenti, in cui traballa persino il nostro modo di vedere noi stessi e il mondo:

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Per qualche istante il Bruco ed Alice si guardarono in silenzio. Infine il Bruco si tolse di bocca la pipa e, con voce languida e assonnata chiese: “E tu chi sei?”.
Questa non era certamente la maniera più incoraggiante per iniziare una conversazione. Alice rispose con voce timida: “Io…io non lo so, per il momento, signore… al massimo potrei dire chi ero quando mi sono alzata stamattina, ma da allora ci sono stati parecchi cambiamenti”.
“Che vuoi dire?” disse il Bruco, severo. “Spiegati!”
“Mi dispiace, signore, ma non posso spiegarmi” disse Alice “perché io non sono più io; capisce?”>
Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carroll, 1865

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Esistono crisi evolutive, come il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, e crisi accidentali, dovute ad episodi traumatici inattesi, come malattie o lutti.

In ogni caso la crisi non è un evento totalmente negativo, ma un momento di transizione che può essere un’opportunità di crescita, in cui scegliamo e ci costruiamo un’altra identità, più ricca e matura.

Infatti la parola “crisi” deriva dal latino crisis e dal greco krisis, che rimanda a krino, cioè “separo” e quindi “decido”. Crisi dunque significa “scelta”, “momento che separa una maniera di essere diversa da altra precedente”.

Nella lingua cinese la parola crisi è composta da due ideogrammi: “problema” (wei) e “opportunità” (ji).

Siamo stati educati a cogliere immediatamente l’aspetto negativo di un evento “critico”, il suo potenziale di rottura degli equilibri, ma nessuno ci ha insegnato a vederne i lati positivi, l’opportunità e la necessità di un cambiamento.

La crisi quindi è il raro e prezioso momento in cui abbiamo l’opportunità di metterci in discussione, di pensare e ripensare noi stessi. Siamo costretti a mettere in pausa la nostra vita frenetica, a farci delle domande e cercare soluzioni nuove, perchè le soluzioni che ci davamo prima della crisi non funzionano più.

C’è una canzone dei Bluvertigo in cui il cantante Morgan descrive la crisi come un “eccesso di lucidità”.

”Quando arriva una crisi riaffiorano alcuni ricordi
che credevo persi
cosa penso di me cosa voglio da te
dove sono cosa sono e perché

ho il sospetto che non sia un buon esempio
camminare a un metro e mezzo da terra

molto spesso una crisi è tutt’altro che folle
è un eccesso di lucidità
sta finendo la crisi e ogni volta che passa una crisi
resta qualche traccia

infatti ultimamente rido per niente
e non mi nascondo più facilmente
e malgrado sembri male
cambia solo il modo di giudicare”

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E allora dobbiamo metterci a cercare, senza sapere esattamente cosa, perché se sapessimo cosa cercare rimarremmo sempre nella terra del conosciuto e non scopriremmo niente di nuovo.

La psicoterapia è lo strumento più adatto a trasformare la crisi in una opportunità.

Letture consigliate:

Alba Marcoli, “Passaggi di vita. Le crisi che spingono a crescere”
Priscilla Bianchi “La crisi come opportunità di crescita: Tappe cruciali e sviluppo umano”

Dott. Stefano Zucchi

Psicologo Psicoterapeuta

Cambiamento

I Segnali del Cambiamento

“Ero intelligente e volevo cambiare il mondo. Ora sono saggio e sto cambiando me stesso.”
Dalai Lama

 Il disagio psicologico può manifestarsi in varie forme: a volte si esprime in un alterato rapporto col cibo e col proprio corpo o attraverso intensi e drammatici attacchi di panico, altre volte con tristezza e malinconia frequenti o con sintomatologia somatica come cefalea o colon irritabile.

Cambiamento

Sono segni di un equilibrio interiore che si è perso e ha lasciato il posto ad una fase di crisi. In effetti i disturbi psicologici sono drammatiche malattie da cui guarire, ma anche preziosi e disperati segnali di allarme che il nostro corpo ci da per dirci che dobbiamo cambiare immediatamente, che dobbiamo risolvere dei conflitti interiori, che non siamo felici o gratificati dalla nostra vita, che dobbiamo affrontare le paure che ci dominano, ecc.

Ecco alcuni dei più comuni disturbi psicologici che costituiscono quindi segnali di un cambiamento non più rimandabile, e che possono essere affrontati in maniera efficace in un percorso psicoterapeutico, strutturato e collaborativo.

 

Magritte

– Disturbi del Comportamento Alimentare

(Anoressia, Bulimia, Alimentazione Incontrollata)

Panico

– Disturbi d’Ansia

(Attacchi di panico, Disturbo Ossessivo Compulsivo, ecc)

Depressione – Depressione
Mal di testa – Cefalea