La Pedivella

Attività Fisica…

“L’attività fisica fa bene!”

“Bisogna stare in mezzo alla natura!”

Facile da dire… ma…

Come faccio? Dove vado? Con chi? Quanto costa?

E poi non sono allenato! Ho una certa età!

 Non preoccupatevi! Ci sono persone e associazioni che con passione organizzano camminate, pedalate, escursioni, trekking e tante attività che permettono di uscire di casa e avere una valida alternativa alla noia delle palestre e dei centri commerciali.

Non dovete far altro che visitare questi siti internet…

Per esempio a Rimini c’è una associazione sportiva dilettantistica che quasi quotidianamente si ritrova in gruppo per brevi camminate in città e dintorni (anche in bicicletta e mtb), a cui si può partecipare a tutte le età e senza limiti.

La Pedivella

E’ “La Pedivella”, un gruppo di persone che fanno attività fisica insieme e poi chiacchierano e creano un’occasione di socialità: fanno anche nordic walking, pallavolo, passeggiate culturali, ecc. Ma non crediate che si tratti solo di fatica, organizzano anche percorsi culinari, feste, cene, escursioni in entroterra, gite ai mercatini di Natale, il cammino di Santiago de Campostela, ecc.

http://www.lapedivella.com/

Cesena camminaA Cesena c’è un’iniziativa simile promossa dall’AUSL  in collaborazione con il Club Alpino Italiano, la UISP, il Quartiere Oltresavio, con l’obiettivo di combattere lo stile di vita sedentario, si chiama “Cesena cammina”. Ogni martedì e giovedì sera, alle 20,30 ci si ritrova all’ingresso ovest dell’Ippodromo (Piazzale Dario Ambrosini) per una passeggiata in gruppo in percorsi tra i 5 e gli 8 Km, della durata di un’ora circa a seconda dell’andatura. La partecipazione è straordinaria: pensate che nel solo mese di ottobre a Cesena sono stati più di 600 i partecipanti di questi gruppi di cammino lungo i percorsi di trekking urbano.

Esiste poi la grande proposta delle escursioni nella natura del nostro territorio. Ci sono tante possibilità per tutti i generi e tutte le età, anche per le famiglie e a volte con attività dedicate ai bambini. Questi sono alcuni dei siti che ho trovato, ma ne esistono molti altri, guardate i programmi, organizzatevi da soli, con amici, in famiglia… non cedete alla tentazione del divano, della partita, della vasca domenicale al centro commerciale. Ecco alcuni siti internet:

Appennino Trail

Escursioni, Nordic Walking, ciaspolate, ecc

http://www.appenninotrail.it/homepage.asp


CAI Rimini

Club Alpino Italiano Sezione Rimini: camminate, trekking, alpinismo, arrampicate, ecc.

http://www.cairimini.it/



romagna trekking



http://www.romagnatrekking.it/www.romagnatrekking.it/Home_Page.html

http://www.benvenutoinappennino.it

http://www.romagnaescursioni.it/it/itinerari.php

http://www.appenninoromagnolo.it

http://www.pedalandoecamminando.it

http://www.nordicwalkingrimini.com

https://sites.google.com/site/nordicwalkinganspirimini/

E poi c’è tanto altro…

circolo velico riminese

Circolo Velico Riminese

http://www.cvr-rimini.net/index.php

http://www.grandeippovia.it/

Dimentico qualcosa??

Libri:

Ghepardi da salotto. Come riaccendere ciò che lo stile di vita occidentale ha spento. Autore: Dario Riva

la signorina cuorinfranti

Il peso delle emozioni

La signorina cuorinfranti” di Daniele Vecchiotti, Romanzo, Ed. Zero91, 2011

la signorina cuorinfranti

 E’ un bel libro che con leggerezza ed ironia prova ad entrare in profondità nei vissuti connessi all’esperienza dell’obesità femminile.

L’autore intreccia una trama divertente e smaliziata affrontando temi importanti: il cibo come strumento di cura e affetto all’interno della famiglia, il grasso come corazza che protegge dal confronto-scontro col mondo esterno, la disinibizione alimentare come forma di autoaccudimento e compensazione, lo stretto legame tra emozioni e cibo, il corpo come inesorabile luogo di confronto così miseramente umano anche nel modo in cui vive la sessualità.

E riesce a fare una critica della società tristemente vittima dell’apparire ridicolizzandola dall’interno, mettendone a nudo le contraddizioni, portando alla luce le insicurezze, svelando la triste umanità che si nasconde dietro al mondo delle beauty farm, così drammaticamente di moda.

E infatti non troviamo più nulla di strano nel nascondere le nostre insicurezze dietro a strati di tonificanti, snellenti, scrubs, trattamenti viso purificanti, creme giorno-notte per tonicità e luminosità, collagene anti-occhiaie, latte idratante fluido corpo, nettoyant visage, antirughe, anti-macchie, emollienti antiaging, alghe, cetrioli, estratti di kiwi e cedro, olio di mandorla tropicale, bagni UVA e massaggi drenanti, lifting, botulino ecc..

Il riscatto della protagonista sovrappeso passa attraverso l’accettazione di sé (che però non si riduce al “grasso è bello”) e alla straordinaria agilità con cui impara a trarre vantaggio dalla sua condizione, nel corso degli eventi rocamboleschi del libro.

Ecco alcuni estratti del libro, che consiglio di leggere:

“[…] Ti sorrido ed esalto il tuo make-up, dicendoti convinta e sincera quanto ti sta bene, come ti illumina il viso e mette in risalto il colore degli occhi. Te lo dico perché ci credo, perché io per prima finisco col vedere più l’artifizio che la realtà, più la pennellata di vernice fresca che il muro screpolato sotto. Te lo dico perché sentirti vera ma brutta non ti servirà mai a nulla di buono, mentre fingerti stupenda, anche solo per un attimo, ti metterà le ali.

trattamento viso“[…] Ma una cicciona si abitua sin da piccola all’idea di accontentarsi, di scendere a compromessi, di farsi sbattere nel bagno da uomini sposati o di doversi prendere uno di quelli scartati dalle altre, di venire insomma sempre in seconda battuta. Lo sapevo benissimo sebbene fingessi di sentirmene lusingata: le porcherie che faceva con me nella toilette degli uomini, Lamberto non le avrebbe chieste né alla moglie né a un’eventuale altra amante magra e carina. Con la femmina grassa o brutta, il maschio è più libero di tirare fuori la bestia, l’istinto pecoreccio, incurante della convenzione sociale. La bella figliuola dalla pelle liscia e dalla mutandina sottile fa sentire l’uomo in posizione di inferiorità, messo alla prova, in ansia da prestazione, obbligato a comportarsi secondo il bon ton erotico. Con una come me invece si può tirar fuori tutto lo schifo, l’animalità, la perversione e il lordume. Così finisce che anche tu perdi il senso del rispetto di te, impari che sarai amata a condizione di accettare, di abbassar la testa e mostrarti accondiscendente, sottoponendoti ai diktat del piacere altrui. […] Perché la mia storia di donna grassa mi aveva inculcato nel cervello questo crudele senso di inferiorità per il quale, dovendosi continuamente scusare col mondo per tutti i suoi inestetismi, una cicciabomba come me non poteva mai arrogarsi il diritto di pretendere granchè dalla vita.

Se volete saperne di più: recensione Mangialibri.com.


Il Biofeedback funziona?

Nel 2008 l’AAPB (Association for Applied Psychophysiology and Biofeedback) ha pubblicato una rassegna di studi sperimentali “Evidence-based Practice in Biofeedback and Neurofeedback” (Yucha & Montgomery) in cui descrive l’efficacia del Biofeedback-Neurofeedback su vari disturbi basandosi sull’analisi di molti lavori scientifici. Ad ogni disturbo assegna un livello di efficacia della tecnica Biofeedback, da zero a 5, dove 5 equivale a “molto efficace”, 4 è “efficace”, 3 è “mediamente efficace”, eccetera:

Cefalee (livello 3 per i bambini; livello 4 per gli adulti)

Esiste anche un’altra metanalisi (Nestoriuc et al. 2008) secondo cui il biofeedback è un trattamento efficace e specifico per la cefalea tensiva (livello “5” di efficacia, il più elevato), ed è una opzione efficace di trattamento per l’emicrania (livello “4”).

Andrasik, F. (2007). What does the evidence show? Efficacy of behavioural treatments for recurrent headaches in adults. Neurological Sciences, 28, Suppl 2, S70-7

Ansia (livello 4)

Goodwin, E.A., & Montgomery, D.D. (2006). A cognitive-behavioral, biofeedback-assisted relaxation treatment for panic disorder with agoraphobia. Clinical Case Studies, 5(2), 112-125.

Artrite (livello 3)

Astin, J.A., Beckner, W., Soeken, K., Hochberg, M.C., & Berman, B. (2002). Psychological interventions for rheumatoid arthritis: A meta-analysis of randomized controlled trials. Arthritis and Rheumatism47(3), 291-302.

Corrado, P., Gottlieb, H., & Abdelhamid, M.H. (2003). The effect of biofeedback and relaxation training on anxiety and somatic complaints in chronic pain patients. American Journal of Pain Management13(4), 133-139.

Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) (Livello 4)

Dolore Cronico (livello 4)

Ferrari, R., Fipaldini, E., & Birbaumer, N. (2006). Individual characteristics and results of biofeedback training and operant treatment in patients with chronic pain. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 12(2), 161-179.

Ipertensione (livello 4)

Linden, W., & Moseley, J.V. (2006). The efficacy of behavioral treatments for hypertension. Applied Psychophysiology and Biofeedback, 31(1), 51-63.

Insonnia (livello 3)

Morgenthaler, T., Kramer, M., Alessi, C., Friedman, L., Boehlecke, B., Brown, T., et al. (2006). Practice parameters for the psychological and behavioral treatment of insomnia: An update. An American Academy of Sleep Medicine Report. Sleep, 29(11), 1415-1419.

Morbo Reynaud (livello 4)

Karavidas, M.K., Tsai, P.S., Yucha, C., McGrady, A., & Lehrer, P.M. (2006). Thermal biofeedback for primary Raynaud’s phenomenon: A review of the literature. Applied Psychophysiology and Biofeedback, 31(3), 203-216.


mal di testa biofeedback

Biofeedback e cefalea

 Il biofeedback è una tecnica comportamentale che ha dato prove scientifiche di grande efficacia nel trattamento delle cefalee. Si basa sul meccanismo del condizionamento operante e permette di apprendere come controllare alcuni indici fisiologici (tensione muscolare, temperatura cutanea periferica, frequenza cardiaca, indici vasomotori, ecc) coinvolti in vari disturbi psicofisiologici e anche nel meccanismo del mal di testa (Grazzi, 2007). Attraverso lo schermo di un computer (o tramite appositi segnali acustici) è possibile vedere in tempo reale l’andamento di questi segnali fisiologici che sono automatici e al di fuori del controllo consapevole. Con la pratica e attraverso l’apprendimento di tecniche di rilassamento, l’individuo impara a modulare questi indici fisiologici, favorendo così l’attenuazione e la scomparsa del dolore cefalalgico (Andrasik & Rime, 2006).

mal di testa biofeedback

Il biofeedback permette di ridurre significativamente e in alcuni casi eliminare la terapia farmacologia preventiva o sintomatica; è inoltre in grado di aumentare l’efficacia a medio-lungo termine delle tecniche di rilassamento  e viene spesso associato a un training di tipo cognitivo comportamentale per la gestione della risposta di stress.

I migliori candidati per questo tipo di approccio sono (Campbell et al., 2000):

  • coloro che preferiscono un approccio non-farmacologico
  • intolleranza o controindicazione per un trattamento farmacologico,
  • risposta insufficiente al trattamento farmacologico
  • gravidanza o allattamento,
  • storia di iperuso di farmaci analgesici che possono aggravare il quadro cefalalgico e ridurre l’efficacia di una terapia preventiva,
  • presenza di eventi di vita stressanti o mancanza di adeguate abilità di fronteggiare gli stress

Le forme di cefalee che rispondono meno al biofeedback training sono (Andrasik, 2007):

  • cefalea cronica (attacchi per più di 15 giorni al mese)
  • cefalea catameniale (associata al ciclo mestruale)
  • cefalee accompagnate da un abuso di farmaci (analgesici, triptani, ecc)
  • cefalee post-traumatiche
  • cefalee a grappolo

Efficacia del Biofeedback nel trattamento delle cefalee

I primi studi sull’efficacia del biofeedback nel trattamento della cefalea risalgono agli anni ’70 (Budzynski et al., 1970; Sargent et al., 1972) e si focalizzano sulla tecnica elettromiografica o di controllo della temperatura distale, ma oggi sono disponibili diversi altri approcci.

biofeedback

La ricerca degli ultimi 30 anni ha dato una estesa e incontrovertibile prova di efficacia di questa tecnica. In generale possiamo dire che il biofeedback ha un livello di efficacia medio-elevato per l’emicrania dell’adulto e per la cefalea tensiva, con effetti che rimangono stabili per un periodo medio di oltre 14 mesi dopo il trattamento.
Si è rivelato più efficace delle altre tecniche comportamentali e delle tecniche di rilassamento, efficacia che è comparabile a quella dei trattamenti farmacologici, ma senza alcun effetto collaterale. Inoltre la combinazione di una terapia farmacologia con il biofeedback aumenta l’efficacia terapeutica.

Il prestigioso US Headache Consortium (Campbell et al., 2000) ha assegnato il grado più elevato di evidenza (“A”) al biofeedback termico ed elettromiografico per il trattamento dell’emicrania,  combinato con tecniche di Rilassamento e training di tipo Cognitivo Comportamentale nella gestione dello stress.

Secondo le più recenti rassegne e metanalisi di studi scientifici (Nestoriuc et al., 2008) il biofeedback è un trattamento efficace e specifico per la cefalea tensiva (livello “5”, il più elevato), ed è una opzione efficace di trattamento per l’emicrania (livello “4”).

Anche i bambini e gli adolescenti sono ottimi candidati per questo approccio terapeutico (Hermann & Blanchard, 2002); il biofeedback elettromiografico e termocutaneo ha dato prova di efficacia nei bambini e adolescenti in numerosi studi scientifici e metanalisi (Andrasik et al., 2002).

Bibliografia

Andrasik F, Larsson B, Grazzi L (2002) Biofeedback treatment of recurrent headaches in children and adolescents. In: Guidetti V, Russell G, Sillanpaa M, Winner P (eds) Headache and migraine in childhood and adolescence. Martin Dunitz, London, pp 317–322
Andrasik F, Rime C, (2006) Biofeedback. In: Waldman SD (ed) Pain management. Elsevier, Philadelphia, PA.
Andrasik F, (2007) What does the evidence show? Efficacy of behavioural treatments for recurrent headaches in adults. Neurological Science, 28:S70-S77.
Budzynski TH, Stoyva JM, Adler CS. (1970) Feedback-induced muscle relaxation: application to tension headache. J Behav Ther Exp Psychiatry; 1:205–211.
Campbell JK, Penzien DB, Wall EM, (2000) Evidence-based guidelines for migraine headache: behavioural and physical treatments. American Academy of Neurology Web Site. Available at: http://www.aan.com/professionals/practice/pdfs/gl0089.pdf
Gauthier, J., Lacroix, R., Coté, A., Doyon, J., & Drolet, M. (1985). Biofeedback control of migraine headaches: A comparison of two approaches. Applied Psychophysiologyand Biofeedback, 10, 139–159.
Grazzi, L (2007) Behavioural treatments: rationale and overview of the most common therapeutic protocols. Neurological Science, 28:S67-S69
Jensen MP, Hakimian S, Sherlin LH, Fregni F. (2008) New insights into neuromodulatory approaches for the treatment of pain. J Pain; 9:193–199.
Hermann C, Blanchard ED, (2002) Biofeedback in the treatment of headache and other childhood pain. Applied Psychophysiology and Biofeedback, Vol. 27, No. 2, June
Mao J. (2002) Opioid-induced abnormal pain sensitivity: Implications in clinical opioid therapy. Pain.;100:213-217.
Mao J. (2006) Opioid-induced abnormal pain sensitivity. Current Pain Headache Rep.; 10:67-70
Nestoriuc Y, Martin A., Rief W., Andrasik F., (2008) Biofeedback treatment for headache disorders: a comprehensive efficacy review. Applied Psychophysiology and Biofeedback, 33: 125-140.
Sargent JD, Green EE, Walters ED. (1972) The use of autogenic feedback training in a pilot study of migraine and tension headaches. Headache; 12:120–124.
Schwartz M, Andrasik F, (2003) Biofeedback: a practitioner’s guide, 3rd edn, Guilford Press, New York.
Srikiatkhachorn A, Puangniyom S, Govitrapong P. (1998) Plasticity of 5-HT serotonin receptor in patients with analgesicinduced transformed migraine. Headache.;38:534-539.
Srikiatkhachorn A, Tarasub N, Govitrapong P. (2000) Effect of chronic analgesic exposure on the central serotonin system: A possible mechanism of analgesic abuse headache. Headache.;40:343-350.
Srikiatkhachorn A, Suwattanasophon C, Ruangpattanatawee U, Phansuwan-Pujito P. (2002) Wolff Award. 5-HT2A receptor activation and nitric oxide synthesis: A possible mechanism determining migraine attacks. Headache. 2002;42:566-574.

Dott. Zucchi Stefano

Psicologo – Psicoterapeuta


Steve Jobs

Siate affamati, siate folli

Steve Jobs“Un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Effettuai una scansione alle sette e trenta del mattino, e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che con ogni probabilità era un tipo di cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita non superiore ai tre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa ‘a sistemare i miei affari’, che è un modo per i medici di dirti di prepararti a morire. Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che avresti potuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi fare in modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più semplice per la tua famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi ‘addio’.

Ho vissuto con quella spada di Damocle per tutto il giorno. In seguito quella sera ho fatto una biopsia, dove mi infilarono una sonda nella gola, attraverso il mio stomaco fin dentro l’intestino, inserirono una sonda nel pancreas e prelevarono alcune cellule del tumore. Ero in anestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi disse che quando videro le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a gridare perché venne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro curabile attraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene.

Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, e spero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirvi ora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte per me era solo un puro concetto intellettuale.

Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe essere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio’e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.

Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario.

Ogni tanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone.
Non perdete la fiducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad andare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare le vostre passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a findanzato/a che per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevante delle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi.

”Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chiamava The whole Earth catalog, che è stata una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui, a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed era fatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le fotocamere polaroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anni prima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concetti chiari e nozioni speciali.

Steward e il suo team pubblicarono diversi numeri di The whole Earth catalog, e quando concluse il suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io avevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”. Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi.

Siate affamati. Siate folli.”

 

Steve Jobs

chi ha vinto tra le due?

La truffa del corpo perfetto

chi ha vinto tra le due?

“Lasciamo le belle donne agli uomini senza fantasia.
Marcel Proust

Ci bombardano continuamente con immagini di donne magrissime
con seni ampi prosperosi,
uomini alti e muscolosi,
addominali scolpiti, glutei sferici e granitici,
volti lisci e immacolati come fossero stirati,
pance piatte e fianchi stretti, spalle larghe e dritte, profili impeccabili e denti perfetti…

Ci confrontiamo continuamente, e inesorabilmente finiamo per esserne sconfitti. E’ un confronto impietoso con un ideale di bellezza accettato da tutti, che ci fa sentire più o meno tutti brutti, o anche grassi, pieni di cellulite e di rughe, col sedere piatto-basso-largo-stretto, piccolo-cadente-esagerato, con la pelle secca-unta-macchiata-molle, i fianchi larghi-grossi-gonfi, le gambe grosse-piccole-storte-corte, ecc ecc…

Il risultato è sempre lo stesso:

non ci accettiamo così come siamo.

Ma questo confronto non si può vincere perché questo ideale in realtà è finto!!! E’ tutta una fregatura!!! Non esiste nel mondo reale una donna uguale a Barbie e, grazie al cielo, mai esisterà.

Volete le prove?

Guardate questi video e scoprirete che TUTTE le immagini delle pubblicità sono il risultato di un potente fotoritocco digitale: insomma ci vendono un ideale che è irrealizzabile e noi ci torturiamo per anni nello sforzo vano di raggiungerlo.

{youtube}11P1oTYGIX8&feature=related{/youtube}

{youtube}BVDWS-kg12c&feature=related{/youtube}

Ma la cosa più triste è che oggi le donne si vedono con gli occhi degli uomini, come dice Lorella Zanardo nell’ottimo documentario “Il corpo delle donne” che consiglio a tutti di guardare.

{youtube}EBcLjf4tD4E{/youtube}


Chi l’ha detto che dobbiamo per forza aderire al modello che ci propongono?

E’ un modello arbitrario, imposto da fattori commerciali e culturali.

“Il canone di bellezza è l’ideale di bellezza fisica riconosciuto dalla società, strettamente legato all’epoca ed alla situazione economica e sociale di un popolo.”

Evoluzione del mito della Bellezza

Infatti non è sempre stato come oggi:
Venus WillendorfNel Paleolitico l’immagine della divinità femminile
era la Dea Madre, simbolo di fertilità e maternità.

Ecco poi la femminilità nei grandi pittori dal ‘400 fino all’800,
la Venere di Tiziano, quella di Botticelli, la femminilità gioiosa e giocosa dei quadri di Renoir:

Venere - Tiziano

Venere - Botticelli

Renoir

Nell’era contemporanea, negli anni ’50 e ’60  sono comparsi modelli come Marylin Monroe poi arrivò il modello Twiggy (traduzione letterale di “legnetto”, indossatrice della fine degli anni sessanta famosa per la sua magrezza, il volto da bambina e la figura esile da adolescente), il primo modello di donna esile, bambina, innocua…

Modella Twiggy
In quegli anni il modello estetico era 1.73 per 60 kg;

è del ‘59 il primo modello di Barbie.

Barbie '59
Negli anni  ‘70 e ’80 il modello di riferimento femminile passò a 1.73  per 53 kg.
Dagli anni ’90 fino ad oggi l’ideale estetico è 1.79 per 50 kg…

… “peccato” però che è un ideale di bellezza biologicamente irraggiungibile

… a meno che non si tratti di un fotoritocco, oppure di un fumetto (come la celebre Fujiko musa ispiratrice dei leggendari colpi di Lupin III), oppure dei bozzetti che escono dalle matite degli stilisti…

fumetti e bozzetti

… o del corpo scheletrico, malnutrito ed emaciato di una vittima dell’anoressia nervosa … come per altro succede a molte fotomodelle.

Fotomodelle '90 - 2000

In realtà la media delle donne sane è nella fascia 1.63 per 60 kg circa!!!

Questo ideale di bellezza irraggiungibile e patologico, magra e essenziale per la donna, tonico e asciutto per l’uomo, lo possiamo ritrovare in varie pubblicità:

pubblicità magrezza

Tra l’altro poi la stessa cultura che ci propone l’ideale di magrezza al tempo stesso dà grande risalto al consumo di snacks, pasti pronti e veloci, dolciumi industriali, alcolici, e in definitiva promuove un’alimentazione squilibrata e volta al sovrappeso e all’obesità.

Talvolta si alza una voce che denuncia l’assurdità di questo ideale di bellezza, ma è una lotta impari, bisogna fare molto di più.

{youtube}njn4ZP4pgFM{/youtube}

 

Vorrei chiudere citando quello che disse Anna Magnani al suo truccatore, riferendosi alle rughe del suo viso, così prepotentemente espressive e intense:

“Quelle non coprirle che ci ho messo una vita a farmele venire.”

Stefano Zucchi
Psicologo Psicoterapeuta


fare soldi facilmente

Fare soldi in tempo di crisi

C’è un modo molto semplice (e un tantino spregiudicato)

fare soldi facilmente

per fare soldi a palate anche in momenti difficili di crisi economica globale. Non perdere tempo, provaci anche tu!

Ecco come fare!

E’ semplicissimo: prendi un’insicurezza e speculaci sopra!

Forza, provaci anche tu! Non accontentarti del solito lavoro banale e ripetitivo, della solita fatica per solo 1000 euro al mese! Ci sono folle di uomini e donne, intere masse di persone manipolabili che non aspettano altro che comprare soluzioni magiche per le loro insicurezze. Sono disposte ad indebitarsi o ad ammalarsi in cambio del tuo rimedio magico…

Sex symbol

Prendiamo ad esempio una insicurezza piuttosto comune ai giorni nostri: l’insoddisfazione per il proprio corpo.

Ecco qui i 7 passi per fare business sulle insicurezze!

1. Prendi un’insicurezza molto comune: per esempio l’Insoddisfazione per il proprio Corpo.

2. Crea un Modello Estetico irraggiungibile. Mi raccomando il modello estetico deve essere irraggiungibile altrimenti qualcuno potrebbe raggiungerlo e rendersi conto che è tutta una truffa. Se non sai chi proporre guarda le pubblicità alla TV o in qualsiasi giornale. Consiglio: non scegliere un modello estetico grasso e nemmeno talentuoso (esempio Pavarotti) perché non avrà successo: infatti è difficile credere che “grasso è bello”, e poi nessuno ha voglia di faticare anni col proprio talento per raggiungere una buona autostima. Resta sul piano estetico: prova coi magri e giovani, vedrai che qualcuno abbocca.

alena seredova

3. Associa a questo modello estetico dei valori di Successo e Gratificazione: cioè fai credere alla gente che se sei esteticamente così allora avrai anche successo, soldi, corteggiatori, giovinezza, una bella auto, una casa sul mare, insomma una nuova spumeggiante vita. E se ci riesci mettici anche volti sorridenti tipo Mentadent, che facciano pensare alla felicità, che non fa mai male…

4. Crea uno Spot, qualcosa come: “Se diventi così allora sarai felice!”. Non ti preoccupare di mentire né di esagerare. Puoi anche essere spudorato, ma devi vendere un sogno, un’ideale.

costantino

5. Convinci gli insicuri che Tu puoi farli diventare come quel modello estetico (esempio: un seno alto e prosperoso come quello di …, un sedere sodo e all’insù come quello di …, fianchi stretti e snelli come quelli di …, labbra gonfie e carnose come quelle di …, addominali piatti e a tartaruga come quelli di …, ecc. ecc.).

6. Proponi un Prodotto (esempio un cosmetico, un corso in palestra, un attrezzo ginnico da comprare in tv, ecc). Non serve che il prodotto sia risolutivo, basta solo che abbia un qualche effetto immediato. Non preoccuparti se nel lungo periodo è assolutamente inefficace e magari dannoso: nessuno ci farà caso, e chi lo farà attribuirà la colpa a se stesso, non al prodotto. Mi raccomando il prodotto deve essere non troppo faticoso (esempio elettrostimolatore) altrimenti gli insicuri si stancano e passano ad un altro prodotto. Funzionano molto bene le cose che non comportano sforzi, magari anche un po’ magiche, come pillole per dimagrire, snack dietetici, integratori, ecc: basta ingerirli e non ci devi più pensare. Consiglio: scegli un prodotto che non mette in discussione lo stile di vita, le persone si spaventano di fronte alle richieste di cambiamento. Anzi, se vuoi fare soldi è meglio che il problema non si risolva mai del tutto.

7. Scegli un buon avvocato che ti renda non-responsabile di eventuali effetti collaterali, complicanze mediche, insuccessi clamorosi, ecc. Utile anche proporre un numero verde gratuito che dia sempre occupato.

Ecco fatto! euro

E’ un business che non conosce crisi, anzi aumenta nei momenti di fragilità. Pensate a tutto l’indotto che ci “mangia” sopra: Palestre, Industria dei Cosmetici, Farmaci togli-fame e anoressizzanti, Chirurgia Estetica (botulino ed operazioni chirurgiche), Alimenti dietetici, ecc.

Leggi anche: come creare Modelli Estetici Irraggiungibili.

Dott. Stefano Zucchi
Psicologo Psicoterapeuta

P.S.: E’ un testo volutamente ironico, di denuncia verso ogni fenomeno commerciale, pubblicitario, ogni forma di speculazione sulle insicurezze umane: in particolare verso tutta l'”industria” che si arricchisce sull’insoddisfazione corporea, proponendo ideali irraggiungibili di bellezza, insistendo sull’idea che occorre cambiare il proprio corpo per adattarsi a certi standard perfezionistici, e in definitiva aumentando il disagio psicologico di tante persone. E in questo senso il testo non vuole offendere la sensibilità dei lettori, ma portare l’attenzione e criticare questo fenomeno di speculazione sulle insicurezze.



Questo è il Samsara

“Qualcuno ha detto, una volta, di sentirsi come bloccato su un disco
che non smetteva mai di girare: era imprigionato nel solco, e a ogni
giro il solco diventava più profondo. Altre persone dicono che,
talvolta, quando si ascoltano parlare, si sentono come se avessero in
bocca un registratore, che ripete all’infinito le stesse cose. Ne sono
nauseate, ma in un modo o nell’altro continuano a chiudersi in un
ruolo che, per quanto fonte di sofferenza, comporta un piccolo, buffo
senso di identità che garantisce loro una certa sicurezza. Questo è il
Samsara.

L’essenza del samsara è la tendenza, comune a noi tutti, di cercare il
piacere e sfuggire la sofferenza, cercare la sicurezza e sfuggire la
mancanza di fondamenta, cercare la comodità e sfuggire il disagio.
L’insegnamento basilare è che proprio un tale atteggiamento ci rende
disperati, infelici, e ci imprigiona in una visione della realtà molto
angusta e limitata. E così ci teniamo imprigionati all’interno di un
bozzolo. Là fuori ci sono tutti i pianeti, le galassie e lo spazio
infinito, ma noi ce ne stiamo dentro il nostro bozzolo, o forse dentro
una capsula, come quelle delle vitamine. Attimo per attimo, decidiamo
che è meglio rimanere nella nostra capsula. Preferiamo rimanere una
pillola di vitamine, piuttosto che sperimentare il dolore dell’uscire
all’aria aperta. La vita all’interno della capsula è confortevole e
sicura. Abbiamo tutto sotto controllo, lì dentro.  E’ una vita sicura,
prevedibile e comoda; possiamo fidarci.

Quando ce ne andiamo in giro per casa, sappiamo esattamente dove si
trovano i mobili, ed è così che ci piace. Sappiamo di avere a
disposizione tutti gli oggetti che ci servono e i nostri vestiti
preferiti. Se ci troviamo a disagio, non facciamo che colmare le
lacune. La nostra mente è alla continua ricerca di zone di sicurezza.
Restiamo in questa zona di sicurezza, e per noi la vita è così: tenere
tutto sotto controllo, tutto garantito. La morte è la perdita di tutto
ciò. E’ il nostro incubo, ciò che ci rende ansiosi. Si potrebbe
definire “morte” il sentirsi in difficoltà, imbarazzati e a disagio.
Un’altra descrizione della morte, quella cosa che ci terrorizza tanto,
potrebbe essere la confusione totale, il non sapere assolutamente
quale strada prendere. Vogliamo sempre sapere cosa ci aspetta.

La mente è alla continua ricerca di zone di sicurezza., ma queste si
dissolvono una dopo l’altra e allora ci affanniamo a costruirne di
nuove. Dissipiamo tutte le nostre energie e sprechiamo la vita nel
cercare di ricreare queste zone franche, che però non durano mai.
Questo è il samsara.

L’opposto del samsara è quando tutti i muri crollano, il bozzolo si
dissolve completamente, quando siamo totalmente aperti a qualsiasi
cosa possa accadere, senza tirarci indietro, senza fissarci su noi
stessi. E’ ciò a cui aspiriamo, la via del guerriero. E’ ciò che ci
scuote e ci ispira: saltare, essere sbattuti fuori dal nido, passare
attraverso i rituali iniziatici, crescere, entrare in una dimensione
sconosciuta e imprevedibile. Da questo punto di vista, la morte
diventa la comodità, la sicurezza, il bozzolo, l’essere incapsulati
come una vitamina. Questa è la morte. Il samsara rappresenta il
preferire la morte alla vita.(…)

Quando vi ritrovate davanti il solito, vecchio senso di ansia, quando
il vostro mondo si sta disintegrando e non vi sentite più all’altezza
dell’immagine che avete di voi stessi, quando tutti vi irritano perché
non fanno quello che volete voi, anzi sembrano mettervi il bastone fra
le ruote, quando proprio non vi piacete e non vi piace nessun altro,
quando la vostra vita è tutta uno squilibrio emotivo, confusione e
conflitto, a questo punto ricordatevi che vi trovate in tale tempesta
emotiva proprio perché state facendo rotta, in modo più o meno deciso,
verso la comodità”.

Pema Chodron


Caviglia e dintorni…

Si può imparare qualcosa da una frattura alla caviglia

(e non solo che bisogna stare più attenti)

  • fare Santo chi ha inventato gli antidolorifici
  • inseparabili stampelle, ci si affeziona fino a che lasciano dei segni nei palmi che ricordano le stimmate
  • la sedia girevole con le ruote si trasforma in poco tempo in una carrozzella in versione artigianale
  • la cucina diventa improvvisamente lontanissima e ti concedi una sosta a metà corridoio

  • in bagno ci vai una volta in meno e se dimentichi una cosa in soggiorno la lasci lì e fai senza
  • a volte senti suonare il cellulare, dimenticato in qualche stanza, e scopri come finisce la suoneria
  • torni ad essere dipendente e scopri che alcune persone (a volte nemmeno amici) sono molto disponibili per aiutarti
  • ti accorgi che gli altri, per quanto empatici, non riescono a cogliere fino in fondo la tua condizione
  • riscopri emozioni come la noia e la solitudine. Soprattutto la solitudine
  • si ribaltano alcune tue certezze che consideravi assiomi indiscutibili: il letto può diventare scomodo, anche scomodissimo dopo un pò
  • riscopri i pomeriggi di lettura, ma poi ti stufi anche di quello
  • la radio da “due giri” alla televisione
  • una giornata può essere lunga, lunghissima o interminabile (specie di giugno)
  • la nonna aveva ragione: “i mali vengono in un attimo e se ne vanno lentamente”
  • scopri la vulnerabilità (o la riscopri, se hai già avuto la fortuna di scoprirla)
  • ti ricordi di avere un corpo
  • pensi a come devono essere forti quelle persone che vivono in una situazione di disabilità motoria, poi velocemente ti distrai e pensi a qualcos’altro
  • ripeti più volte alcune frasi, cercando di convincerti, ma con scarso successo: “poteva andare peggio” e “in fondo sono stato fortunato” e “un mese e mezzo passa più in fretta di quanto pensi” e “tanto il mare non mi è mai piaciuto così tanto, e poi almeno qua è fresco”
  • trascorri molto tempo a pensare, niente di particolarmente importante, lasci la mente al pascolo
  • metti la vita in pausa e ti accorgi che il tempo batte con un altro ritmo, meno incalzante
  • fai qualche telefonata che rimandi da mesi (a volte ti accorgi perchè la rimandavi)
  • ascolti un cd dall’inizio alla fine
  • dormi molto e con gusto
  • ogni giorno la vita da “sano” acquisisce sempre più valore, si trasforma in un traguardo luccicante all’orizzonte.. e pensare che sei sempre stato sano e non te ne sei mai accorto

dott. Zucchi Stefano

Psicologo Psicoterapeuta

Anakin Skywalker

Anakin Skywalker, la tormentata ricerca di Sé

“Nebuloso il futuro di questo ragazzo è”

Yoda

 E’ il personaggio attorno cui ruota la saga Star Wars, leggendario Cavaliere Jedi che servì la Repubblica Galattica nei suoi anni finali, prima di diventare Darth Fener, Signore Oscuro dei Sith. Un recente articolo apparso su Psychiatry Research (Bui et al; Vol 185, Issues 1-2, 30 January 2011, Page 299) propone una interessante analisi psicologica del personaggio Anakin Skywalker e suggerisce che incontra i criteri di diagnosi del Disturbo Borderline di Personalità (BPD).

Anakin SkywalkerDa un punto di vista psicodinamico nella sua vita vi sono molti elementi tipici della personalità Borderline: l’assenza paterna e la precoce separazione dalla madre, l’uso di meccanismi di difesa come scissione, proiezione e illusione infantile di onnipotenza. Altri elementi si possono ritrovare nella diffcoltà nella regolazione degli impulsi e nel controllo delle reazioni emotive.
Un’analisi che prenda in considerazione il sistema di diagnosi dei disturbi mentali (DSM – IV tr) rivela che questo personaggio soddisfa sei dei nove criteri per la diagnosi di disturbo Borderline di Personalità: innanzitutto l’impulsività, la difficoltà nel controllare la rabbia, l’alternanza tra idealizzazione e forte svalutazione dei suoi méntori Jedi. Le problematiche abbandoniche (paura pervasiva e permanente di perdere la moglie) lo portano a gesti estremi e fino a tradire i propri compagni e maestri Jedi. Anakin ha anche due episodi dissociativi in seguito ad eventi traumatici: il primo avviene quando, dopo la morte della madre, compie lo sterminio della tribù dei Sabbipodi, e il secondo appena dopo il passaggio al lato oscuro. Tutto il film descrive la ricerca di se stesso: passare al lato oscuro e cambiare nome può essere interpretato come segno di un disturbo d’identità.
Anakin Skywalker, lo straordinario personaggio nato dalla fervida fantasia di George Lucas, che racchiude in sè il dramma di una storia di vita traumatica, la tormentata ricerca di sè e la redenzione finale.

La storia del personaggio

Anakin Skywalker fu il  Figlio di Shmi Skywalker, diventò il marito segreto della senatrice di Naboo, Padmé Amidala, e padre del leggendario Jedi, Luke Skywalker e Leia Organa Solo. Star Wars

Skywalker trascorse i primi anni della sua vita su Tatooine come schiavo insieme a sua madre. Ancora bambino incontrò un Jedi di nome Qui-Gon Jinn, ottenne la libertà e partì da Tatooine, lasciando indietro la madre, cosa di cui risentì sempre. In breve tempo entrò nell’Ordine Jedi diventando Padawan a Obi-Wan Kenobi, e si ritenne che fosse il Prescelto di una profezia Jedi, colui che avrebbe portato equilibrio nella Forza distruggendo i Sith. In seguito Skywalker si unì con Padmé Amidala, malgrado le restrizioni dell’Ordine Jedi, che impedì loro di rendere il matrimonio pubblico. Nel frattempo, subì la violenta morte della madre. Combattè nella Guerra dei Cloni col suo maestro, diventò Cavaliere Jedi e fu noto come “L’eroe senza paura”; nonostante ciò, portava con sé una grande sensazione di perdita oltre alla rabbia. La sua incapacità a controllare queste sensazioni lo portò alla sua caduta quando si convertì al Lato Oscuro della Forza. Anakin diventò Darth Vader e fu fondato l’Impero Galattico. Capitanò lo sterminio degli Jedi, di cui sopravvissero solo 100 tra cui il Grande Maestro Yoda e il vecchio maestro di Anakin, Obi-Wan Kenobi. I suoi figli, Luke e Leila, nacquero in quegli anni, anche se Anakin non era al corrente della loro esistenza.

Successivamente un giovane pilota Ribelle distrusse la Super Arma dell’Impero, la Morte Nera; Fener diventò ossessionato nello scoprire l’identità di questo pilota e spese molti anni alla sua ricerca. Scoprì che il pilota era Luke Skywalker, suo figlio, nato prima della morte di Amidala. Darth Fener

Nella parte finale della sua storia Fener si riscattò e per salvare il figlio Luke uccise l’Imperatore, salvando così il destino della Galassia. In questo modo mostrò che la Forza Oscura non aveva annientato la sua personalità, morì con il nome di Anakin Skywalker e diventò Fantasma di Forza.