I campanelli di allarme
Pianti frequenti, disturbi del sonno e dell’appetito, scarsa cura di sé, della casa o del bambino;
tutto è vissuto con grande fatica, senza concedersi un minuto di sosta. Molto spesso le madri eseguono i compiti in modo automatico, senza partecipazione emotiva e senza un vero “contatto” con il bambino. Da ciò derivano i pericolosi sensi di colpa rispetto alla propria incapacità come madre e come moglie, che in rari casi possono portare anche a pensare di farsi del male.
I vissuti di chi è depresso
“Vedo tutto nero”
“Piangerei sempre”
“Non sono capace di fare niente”
“Non sono più capace di cavarmela da sola”
“Ho paura di fare del male al bambino”
“A volte penso che il bimbo piange per darmi fastidio… e sento una grande rabbia”
“Sentirlo piangere mi fa impazzire”
“Agli altri interessa solo il mio bambino, non come mi sento io”
“Perché sto così male adesso che ho questo bellissimo bambino?”
“Tutto quello che faccio è una fatica”
“Mi stanco subito”
“Non voglio vedere nessuno”
“Sono confusa e ho la mente annebbiata”
“Mi sono appena seduta e il bambino ricomincia a piangere”
“Per un attimo mi sento benissimo e un attimo dopo sono di nuovo a terra”
“A volte penso che tutti starebbero meglio se io non ci fossi più”